Sentenza n. 700 del 1988

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SENTENZA N.700

ANNO 1988

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE COSTITUZIONALE

 

composta dai signori Giudici:

Prof. Francesco SAJA, Presidente

Prof. Giovanni CONSO

Prof. Ettore GALLO

Dott. Aldo CORASANITI

Prof. Giuseppe BORZELLINO

Dott. Francesco GRECO

Prof. Renato DELL'ANDRO

Prof. Gabriele PESCATORE

Avv. Ugo SPAGNOLI

Prof. Francesco Paolo CASAVOLA

Prof. Antonio BALDASSARRE

Prof. Vincenzo CAIANIELLO

Avv. Mauro FERRI

Prof. Luigi MENGONI

Prof. Enzo CHELI

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

 

nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 6, primo comma, ultima parte, del d.l. 22 dicembre 1981, n. 791 (Disposizioni in materia previdenziale), convertito, con modificazioni, in legge 26 febbraio 1982, n. 54, promosso con ordinanza emessa il 16 luglio 1984 dal Pretore di Frosinone nel procedimento civile vertente tra Proietti Milvio e la Società Elicotteri Meridionali, iscritta al n. 1101 del registro ordinanze 1984 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 42 bis dell'anno 1985.

Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;

udito nella camera di consiglio del 20 aprile 1988 il Giudice relatore Francesco Greco.

 

Considerato in diritto

 

1.-Il Pretore dubita della legittimità costituzionale dell'art. 6, primo comma, u.p., del d.l. 22 dicembre 1981, n. 791, convertito, con modificazioni, nella legge 26 febbraio 1982, n. 54, che, tra le varie misure predisposte in materia previdenziale, ha previsto, a favore degli iscritti all'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti e alle gestioni sostitutive, esclusive ed esonerative, i quali non raggiungevano l'anzianità contributiva massima utile a seconda dei singoli ordinamenti, la possibilità dell'opzione a continuare la prestazione della loro opera fino al perfezionamento di tale requisito o per incrementare la propria anzianità contributiva o, comunque, non oltre il compimento del sessantacinquesimo anno di età, nella parte in cui ha escluso coloro che avevano ottenuto o richiesto la liquidazione, tra le altre, anche della pensione di invalidità, secondo l'interpretazione dello stesso giudice remittente.

Risulterebbero violati gli artt. 3, primo e secondo comma, e 38, secondo comma, Cost. perché: a) i lavoratori sarebbero discriminati in relazione a condizioni personali (l'invalidità) e dal mercato del lavoro si escluderebbero soggetti non pienamente validi; b) non si rimuoverebbero alcuni degli ostacoli che si frappongono al pieno sviluppo della persona umana e all'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese; c) il godimento della pensione di invalidità avrebbe rilievo di condizione preclusiva per l'incremento dell'anzianità contributiva utile per il conseguimento della pensione di vecchiaia, mentre ha funzione di prevenzione e cura dello stato invalidante.

2. - La censura non é fondata.

La norma denunciata ha come precipua finalità quella di alleggerire la difficile situazione finanziaria dell'I.N.P.S.

Invero, la protrazione dell'attività lavorativa importa la continuazione del versamento dei contributi previdenziali, la posticipazione dell'erogazione dei trattamenti di fine rapporto e, quindi, un aumento di attivo costituito in modo prevalente dai contributi e una diminuzione del passivo, costituito prevalentemente dal pagamento dei trattamenti previdenziali e, in specie, della pensione di vecchiaia.

Finalità solo indiretta e l'attribuzione di benefici ai lavora tori che eventualmente incrementano le retribuzioni con gli eventuali aumenti salariali intervenuti e le pensioni con l'aumento dell'anzianità contributiva e della relativa contribuzione.

Le prevalenti finalità socio-economiche hanno temperato gli aspetti negativi della stessa norma e, cioè, la contrazione dei posti di lavoro conseguenti al mantenimento degli <anziani> nei posti di lavoro ed hanno reso più difficile l'occupazione, specie dei giovani, dei quali e stata ritardata l'aspirazione a realizzarsi, allo sviluppo della propria personalità e la partecipazione all'organizzazione economica e sociale del Paese.

L'esclusione dei lavoratori che hanno ottenuto o hanno fatto richiesta di ottenere una pensione, é un mezzo di attenuazione degli effetti negativi della norma e realizza un certo equilibrio dei diversi interessi, tutti meritevoli di tutela.

La protrazione dell'età pensionabile ha, comunque, carattere eccezionale e temporaneo in attesa della riforma organica delle pensioni che il legislatore deve effettuare.

E, del resto, la ratio ispiratrice della norma in esame costituisce anche il fondamento di altre disposizioni che escludono i pensionati dal diritto alla protrazione del loro rapporto di lavoro o da quello al conseguimento di ulteriori benefici previdenziali e che sono state riconosciute legittime da questa Corte (sent. n. 176/86 che ha sancito il diritto alla continuazione dell'attività lavorativa per i lavoratori ultrasessantacinquenni che non godevano di nessuna pensione; sent. n. 436/88 che ha ritenuto illegittima la norma che vietava la proposizione della domanda per ottenere la pensione di inabilita o l'assegno di invalidità per coloro che avevano superato il sessantacinquesimo anno di età senza che avessero altra pensione e fino a che non l'avessero conseguita).

In sostanza, il godimento di una pensione può fondare una ragionevole giustificazione della cessazione del rapporto di lavoro o del diniego di altri trattamenti previdenziali, senza che risulti violato l'art. 38, secondo comma, Cost.

 

PER QUESTI MOTIVI

LA CORTE COSTITUZIONALE

 

dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 6, primo comma, u.p., del d.l. 22 dicembre 1981, n. 791 (Disposizioni in materia previdenziale), convertito, con modificazioni, in legge 26 febbraio 1982, n. 54, sollevata, in riferimento agli artt. 3, primo e secondo comma, e 38, secondo comma, Cost., dal Pretore di Frosinone con l'ordinanza in epigrafe.

Così deciso in Roma, in camera di consiglio, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 09/06/88.

 

Francesco SAJA - Francesco GRECO

 

Depositata in cancelleria il 23/06/88.